Model 237,238-2

Categoria
Illuminazione
Brand
Designer
Dimensioni
D 14 cm - H 14 cm
D 45cm - H 21 cm
Materiali
Vetro, Acciaio
Anno
1959-2018
La lampada da parete Model 237/2 di Astep, parte della collezione Le Sfere disegnata da Gino Sarfatti nel 1959, presenta due diffusori in vetro opalino con anelli in acciaio. Ispirata alla luce naturale e alla forma della luna, offre una luce soffusa e un design grafico moderno.
Astep

Astep è un brand di lampade e sistemi di illuminazione di design. Fondata da Alessandro Sarfatti, nipote di Gino Sarfatti, è un’azienda capace di guardare al futuro nel rispetto della tradizione e del made in Italy. La collezione raccoglie la riedizione delle celebri lampade VV Cinquanta disegnate nel 1951 da Vittoriano Viganò, la storica Modello 2065 di Gino Sarfatti e l’innovativa Candela del designer Francisco Gomez Paz. Astep è un’azienda che guarda al futuro continuando la strada percorsa da due grandi imprenditori e creando oggetti che danno alle tecnologie digitali una posizione più significativa nella nostra vita domestica.

Gino Sarfatti

Gino Sarfatti nacque a Venezia nel 1912 in una famiglia agiata. Si trasferì a Genova per poi iscriversi alla facoltà di Ingegneria Aereonavale, senza riuscire a concludere gli studi per le sanzioni inflitte all’Italia dalla Società delle Nazioni con il blocco navale del 1935. Si spostò così a Milano dove fondò nel 1939 Arteluce con alcuni esponenti della società milanese, divenendone presto direttore generale. Nel 1943 i bombardamenti su Milano costrinsero la famiglia a fuggire in Svizzera, mentre Arteluce rimase attiva, nei limiti consentiti, con la direzione affidata a Vittoriano Viganò. Al ritorno dell’artista in Italia, fondò nel 1950 a Roma ArCon “Arredamento Contemporaneo”, un rivenditore di marchi di eccellenza nel mondo del design. Nel 1954 vinse il Compasso d’Oro con il Modello 559, mentre ottenne il Gran Prix alla Triennale di Milano per i suoi Modelli 1063 e 1065. Alla fine del 1973 Sarfatti decise di cedere Arteluce a Flos, concludendo così la sua carriera lavorativa. Si spense a Gravedona nel 1985.